Nuova allerta di influenza aviaria rilevata negli ultimi mesi, come evideniziato da vari istituti di ricerca in giro per il mondo. Non si tratta di un ceppo di malattia totalmente nuovo, anzi esistono già vari tipi di aviaria ampiamente esaminati ed ispezionati, tuttavia vari elementi portano ad una certa preoccupazione. Realisticamente però è importante capire cosa potrebbe accadere.
Si tratta di una conosciuta forma di malattai virale, molto contagiosa che può essere a dir poco pericolosa per vari uccelli, sia di tipo da allevamento che selvatici, ed in particolari situazioni, come negli Stati Uniti ha già provocato numerose vittime tra gli animali come le galline, portando il contesto del prezzo delle uova ad aumentare in modo considerevole.
Aviaria: cos’è
Uno degli ultimi ceppi di Aviaria ha in realtà diversi anni ed è in costante ricerca, da alcuni anni vari ricercatori hanno iniziato il giro di analisi, con uno studio che in questo periodo è occupato tra gli ghiacci dell’Antartide, in quanto vari tipi di pinguini sono considerati vettori ma anche potenzialmente a rischio infezione nei confronti di altri animali marini.
Infatti vari leoni marini e foche corrispondenti all’azione dei pinguini sono stati contagiati ed varie centianai di questi animali sono stati abbattuti, lo scorso dicembre 2024 è stato evidenziato il primo caso “umano” di aviaria recente, un uomo della California meridionale, che era stato esposto largamente ad animali dacortile, ha contratto alcuni sintomi.
Cosa succede
In Italia la malattia non si è ancoar diffusa in modo capillare presso gli esseri umani ma in molte nazioni ha già portato in maniera specifica la necessità di abbattere molti animali da cortile, cosa che negli Stati Uniti ha già visto oltre 17 milioni di esemplari di pollame essere abbattuti. Nel nostro paese è stato rilevato un contagio da un gatto, anche lui a contatto con animali simili.
- Nella maggior parte dei casi la sintomatologia non è dissimile da una congiuntivite con fastidio e rossore negli occhi
- Talvotla sono associati alcuni disturbi influenzali
L’OMS ha da tempo evidenziato attenzione e la necessità di disporre di metodologie da parte delle entità nazionali per ridurre la presenza di “circolante” del contagio, essendo un virus virale è in continua evoluzione e trasformazione, concetto che ancora oggi tutti ricordiamo in modo specifico dalla pandemia da Covid-19 che però agiva in modo diverso.
Ad oggi non esiste ancora la possibilità che possa portare il virus ad un contagio da umano ad un altro essere umano. Come detto però presso i volatili è molto contagiosa e per questo motivo risulta essere assolutamente rilevante anche per i paesi dell’UE sviluppare una giusta quantità di attenzione, pur evitando gli allarmismi.